Sunday, March 16, 2008

Hermes Psychopompos e la libertà di parola


(ovvero: il dio greco delle seghe mentali oggi affronta la spinosa questione della libertà d'espressione.)
Ultimamente sentivo delle voci nella mia testa (tipo questionario dei 3 giorni) che mi chiedevano: "oh Ermes, perché non rendi partecipe il mondo delle tue impressioni sull'affare Wilders?". Detto fatto!
(E le voci nella testa: "Eravamo ironiche!")

Il fatto: da un paio di mesi quel bell'ometto di Geert Wilders, deputato nederlandese del partito di destra del PVV (Partij voor de Vrijheid, il Partito della Libertà, sic), già deputato per il VVD (Volkspartij voor Vrijheid en Democratie, il Partito del Popolo della Libertà e della Democrazia, sic2), sta minacciando la pubblicazione di un fantomatico documentario dal titolo Fitna che mostrerebbe come alcuni precetti "estremi" del Corano vengano tutt'oggi applicati nel mondo. Il suo scopo dichiarato è quello di cavalcare l'onda del razzismo crescente verso gli arabi per arrivare a bandire il Corano dalle librerie olandesi in quanto "anticostituzionale" (la stessa sorte riguarda oggi solo il Mein Kampf. Ebbene si: qui se non sei uno storico teoricamente non puoi possedere il libro di Hitler).
Ovviemante le reazioni del mondo islamico a questa provocazione non si sono fatte attendere e il governo è abbastanza preoccupato di possibili ripercussioni e violenze contro cittadini nederlandesi.

Il commento: l'olanda viene considerata, a volte in maniera stereotipata ma spesso a ragione (nel bene e nel male), il paese della libertà di parola e d'azione, il paese dove tutti (omosessuali, anziani, studenti, pedofili, italiani o una combinazione lineare dei precedenti) possono dire la loro. Questo atteggiamento di dialogo estremo viene spinto dalla società stessa (come citavo da Nooteboom ieri: "In Olanda abbiamo una tradizione di fortissimo contrasto polemico, che molti hanno difficoltà a capire. Van Gogh, poi, era un provocatore a oltranza. Anche Fortuyn era un uomo molto teatrale.") e a volte non viene compreso e assimilato nel resto del mondo.

C'è un bell'articolo di Claudio Magris in cui egli racconta di una Fiera della Tolleranza a cui ha assistito nel 2001 a L'Aia, una sorta di Hyde Park olandese dove tutti esprimevano il loro credo e le loro idee. La prima impressione è stata una "sensazione esaltante di tolleranza e libertà" che poi ha lasciato spazio ad un inquietante sensazione di oppressione e asfissia (e se, "accanto agli stand degli antirazzisti, spuntassero quelli dei nazisti o dei fan di Mengele?").
Alla grande frase di Voltaire, che diceva di essere pronto a battersi fino alla morte per garantire la libertà di manifestare anche le opinioni contro cui egli si batteva a morte, faveca eco...quella battuta che parla di un tale così passionalmente tollerante da essere pronto a mettere al muro tutti gli intolleranti.
Come si risolve?
Forse, come dice Ele, accettando le idee e la parola di tutti fintanto che queste non causano danno al prossimo.
E forse, di fronte ad un mondo non pronto al dialogo assoluto, gli olandesi potrebbero mettere qualche volta da parte la loro vena polemica, specie quando l'oggetto di questa supera i confini nazionali.

4 comments:

Ermes said...

Cmq sia apro formalmente le iscrizioni al mio nuovo gruppo canoro "le voci nella testa".

Sono ben accetti anche suonatori di theremin e mandolino.

Unknown said...

Mi posso iscrivere al gruppo "voci nella testa"? Anch'io ne ho sempre almeno 2 che risuonano: una mi dice di dissertare sempre e comunque sul caso del giorno, l'altra di tacere, chè un bel tacer non fu mai scritto. Naturalmente la seconda è sempre ignorata, e cedo sempre all'impulso di dire la mia, nei forum (di enigmistica) e nei blog di generi comprensivi.

Eleonora said...

Le mie voci nella testa dicono:
"Pizza"
"cioccolata"
"Nuovo Hard Disc"

Unknown said...

IMBAVAGLIALE!!!

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